Domenica 16 Giugno, 2024

Le Parabole Che Aiutano A Vivere

Il 15 giugno 2024, presso il locale di culto della Chiesa Evangelica Battista, si è tenuta la presentazione "Le Parabole che Aiutano a Vivere", un evento speciale  organizzato grazie alla collaborazione dell'Unione Femminile, guidata da Rina Perrone, e del gruppo di Musica e Canto della comunità, diretto da Imma Schiuma e Fabio Mastantuoni.

Le Parabole che aiutano a vivere


Questo incontro ha fuso la musica con la Parola in un'esperienza unica.

Le musiche sono state eseguite da Gennaro Scandiffio alla chitarra classica, Marco Ambrosecchia alla chitarra elettrica e Fabio Mastantuoni al pianoforte. Le voci soliste di Imma Schiuma ed Emanuele Ambrosecchia, supportate dalla corale Musica e Canto, hanno emozionato i presenti con la loro interpretazione. In due brani hanno partecipato all'esperienza musicale anche Angela Sergio con Simeone Papapietro,  Rosaria e Raffaella Nicoletti.

Tra gli ospiti erano presenti membri delle chiese battiste di Gravina e Altamura, oltre a rappresentanti del gruppo ecumenico di Matera e altri invitati, che hanno arricchito ulteriormente l'atmosfera di condivisione e spiritualità.

L'evento è stato una serata dedicata all’evangelizzazione, che ha introdotto i partecipanti nel meraviglioso mondo delle parabole di Gesù, selezionate per l'occasione e interpretate non solo attraverso la lettura, ma soprattutto tramite i canti che hanno narrato i vari racconti. Il canto ha costituito il filo conduttore dell'intera presentazione. Tuttavia, l'evento non si è limitato all’esecuzione musicale, ma ha offerto anche tantissimi e preziosi momenti di riflessione approfondita sulle parabole di Gesù. La presentazione è stata resa più coinvolgente attraverso l'uso di diapositive, proiezioni video e altre esemplificazioni, offrendo ai partecipanti l'opportunità di esplorare in modo approfondito i significativi messaggi delle parabole.



Nello spazio dedicato a "Per noi oggi", che ha accompagnato ogni parabola, sono stati condivisi numerosi commenti e riflessioni su come questi insegnamenti possano aiutare ad affrontare le sfide quotidiane e vivere una vita più significativa. Tutti i testi della presentazione, incluse le varie diapositive e i filmati, nonché le scenografie, sono stati ideati ,scelti e realizzati a cura di Rina Perrone. Le scenografie, curate nei minimi dettagli, hanno trasportato i presenti nel contesto dei racconti, Ogni scena è stata progettata per evocare una comprensione più viva e coinvolgente delle parabole di Gesù ricreando le ambientazioni delle parabole del seminatore, della rete e dei pesci, del tesoro e della perla, e del banchetto nuziale.

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La serata è iniziata con il benvenuto da parte delle responsabili dei due gruppi, che hanno introdotto i temi centrali del progetto.

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LE PARABOLE CHE AIUTANO A VIVERE

Durante l'introduzione, si è fatto riferimento alle parole di Gesù riportate da Matteo (Mt 13,10-17): "Beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità vi dico che molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!".
La responsabile dell’Unione Femminile ha enfatizzato il significato profondo delle parole "vedere", "ascoltare" e "comprendere", che hanno ispirato l'intera presentazione. Ha evidenziato che queste parole non sono solo semplici azioni, ma veri e propri pilastri nel cammino di fede.

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Ascoltare con il cuore ci rende più sensibili ai bisogni degli altri, capaci di offrire conforto e supporto. La Parola di Dio, ascoltata e compresa profondamente, diventa fonte di ispirazione per vivere una vita ricca di amore, misericordia e giustizia.

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Per comprendere la logica narrativa di Gesù, è stato essenziale partire dal suo primo discorso sul monte, le Beatitudini. Siamo agli inizi del ministero di Gesù e la sua fama si è già diffusa in Siria e nella Decapoli oltre il Giordano. Attorno a Gesù si era radunata una folla immensa. Quando vide avvicinarsi le moltitudini, salì sulla collina, in uno dei luoghi più belli della Galilea, non lontano da Cafarnao.

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La vista del lago di Tiberiade e della pianura di Gennesaret, il verde del bosco e l’azzurro del cielo sereno trasmettevano un senso di pace. Gesù si mise seduto. Sull’immensa adunanza cadde il silenzio, come silenzioso era il lago che si stendeva davanti. Egli iniziò a parlare e dalle sue labbra sgorgarono parole mai udite prima... Ascoltare Gesù è come aprire una finestra sul cielo. Le Beatitudini sono un saluto rivolto a tutta l'umanità, una voce che proviene dal trono di Dio e ogni enunciato corrisponde a una promessa: Gesù offre il regno dei cieli, la consolazione, la sazietà e la visione di Dio. Gesù rassicura che coloro che si sentono insignificanti e impotenti sono invece beati e preziosi per Dio.

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Anche nei momenti di solitudine e abbandono, Gesù è al nostro fianco con la promessa di consolazione e pace. Le Beatitudini non si riferiscono a un futuro lontano, ma alla beatitudine presente: Gesù è con noi, solidale con chi soffre, avendo vissuto ogni beatitudine. Mite e misericordioso, ha risposto al male con il bene, cercato giustizia e costruito relazioni autentiche. Gesù è la Beatitudine, il Dio con noi, e questa è la grande promessa che appaga ogni desiderio: con Lui, tutto può cambiare.

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Questo discorso anticipa tutti i principi fondamentali dei suoi futuri insegnamenti, in particolare delle parabole. Gesù predilige l'uso delle parabole per parlare, insegnare e narrare, poiché esse ci invitano a vedere la realtà con occhi nuovi, ascoltare con cuore aperto e comprendere con spirito profondo.



Attraverso le parabole, vengono messi a confronto concetti come Dio e l'uomo, il giusto e l'ingiusto, la vita secondo la mentalità comune e quella secondo il Vangelo. Gesù non intendeva solo raccontare storie, ma attraverso di esse trasmettere la natura del Regno di Dio e la volontà di Dio per l'umanità. Questi racconti sono come finestre aperte su un mondo spirituale più ampio, invitando gli ascoltatori a guardare oltre le apparenze e a cogliere la verità nascosta dietro le immagini familiari. In sintesi, le parabole sono un mezzo privilegiato attraverso cui Gesù ha comunicato il suo messaggio di amore, giustizia e speranza, usando il linguaggio della vita quotidiana per parlare di realtà divine e eterne.

Tema centrale del Vangelo di Gesù è il regno di Dio. Gesù è il regno di Dio incarnato, l'Emmanuele, Dio con noi. Il regno di Dio è sia un dono che una promessa: è già stato dato in Gesù, ma deve ancora compiersi pienamente. Per questo preghiamo quotidianamente nel Padre Nostro: "Venga il tuo regno, qui in terra come in cielo." L'intera esistenza di Gesù è la parabola del regno. Non solo lo annuncia con la parola, ma lo rende presente con le sue azioni di salvezza e liberazione per gli oppressi dal male. Nel Vangelo possiamo scoprire con meraviglia e stupore come Gesù vive per il regno dei cieli: ama, prega e offre la sua vita. Gesù esorta l'umanità a cercare il regno prima di tutto, poiché esso si stabilisce e cresce nei nostri cuori. Questo tema è stato arricchito con due canti eseguiti con voci soliste e coro.

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LE PARABOLE DEL REGNO

Gesù, dunque, parla molto spesso del Regno di Dio. utilizzando diversi paragoni…ad esempio.. Il Regno è come un seme, è simile ad una rete, è simile ad una perla preziosa, è simile a un tesoro nascosto in un campo…

Un giorno, Gesù si mise a insegnare di nuovo presso il mare.

Uniamoci alla folla e ascoltiamo la sua prima parabola...

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LA PARABOLA DEL SEMINATORE che è stata narrata con il canto e illustrata con video e commenti e drammatizzazione.




Gesù, attraverso la parabola del seminatore, spiega come le persone rispondono alla Parola di Dio e come questo influisce sulla loro crescita spirituale. Ci invita a esaminare il nostro cuore e a ricevere il messaggio divino, aspirando a essere come il terreno fertile, capaci di produrre frutti spirituali. Sottolinea l'importanza di proteggere la nostra fede per evitare di diventare come la strada, con un cuore indurito, o come il terreno arido, simbolo di un cuore che perde la speranza. La parabola è un invito alla fiducia in un Dio che rispetta la libertà umana, accettando il rischio di essere ignorato o dimenticato, Questo avviene perché Dio ama e il vero amore lascia liberi.

La drammatizzazione riferita alla parabola del seminatore ha illustrato come nell'uomo possano coesistere tutti i tipi di terreno descritti dalla parabola e se scopriamo di essere simili ai terreni difficili descritti nella parabola?... c’è una buona notizia... non c’è da temere… al nostro seminatore divino è possibile far nascere la vita sull’asfalto... fendere la roccia... far fiorire le pietre e il deserto... Dio ci conosce... e ci ama in ogni circostanza... vogliamo permettere al nostro Padre celeste di lavorare e curare il nostro campo... e affidare a Lui con fiducia la nostra vita affinché diventi fruttuosa?

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E come Dio tuttavia si riveli a chi lo cerca con sincerità...

Sono state usate simbolicamente:

  • una lampada accesa
  • alcune canne tra cui una incrinata
  • un'anfora piena d’acqua limpida
  • un calice pieno di sabbia e sassolini
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Il testo descrive come Dio si rivela a diversi tipi di persone attraverso Cristo Gesù. A coloro che hanno smarrito la strada, Dio si rivela come fonte di luce attraverso la sua Parola e in Cristo Gesù, la luce del mondo. Egli illumina le tenebre e dona speranza. Per coloro che sono deboli e scoraggiati, Dio si rivela come fonte di forza, speranza e pace in Cristo Gesù. Egli non abbandona chi è fragile, ma dona conforto e salvezza, senza spezzare la canna incrinata o spegnere la fiamma smorta. A chi si sente inaridito spiritualmente, Dio si rivela come fonte di vita eterna in Cristo Gesù, la sorgente di acqua viva. L'invito è a rinnovarsi nello spirito e a indossare l'uomo nuovo, trasformati a immagine di Dio.

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Alla parabola del seminatore ha fatto seguito la parabola del seme che germoglia da solo.

Si è sottolineato come il seme è simbolo del regno di Dio, della Parola, del cristiano e di Cristo al centro della parabola c’è il seme: immagine del regno di Dio.

Riflettiamo insieme sul potente simbolismo del seme che giace sotto terra, nel silenzio e nel segreto. In un terreno fertile, esso germoglia con la forza che già racchiude in sé, cresce da solo e produce frutto. Questo processo è una meraviglia della natura, ma può anche rappresentare qualcosa di più profondo: il Regno di Dio è come quel seme, contenente la potenza stessa di Dio che rivela prima nella vita e nella parola di Gesù, e poi nella vita e nella predicazione della comunità cristiana. Immaginate questo Regno come un seme gettato nei solchi della storia, che attende solo di poter radicare nel cuore di ogni persona. È un'idea grandiosa... è il progetto di Gesù... il sogno di Dio per noi.

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IL SEME È IMMAGINE DELLA PAROLA DI DIO…… LA PAROLA CHE GERMINA

10 Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver annaffiato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, affinché dia seme al seminatore e pane da mangiare, 11 così è della mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto, senza aver compiuto ciò che io voglio e condotto a buon fine ciò per cui l'ho mandata.
Isaia 55:10-11

Il testo riflette sull'efficacia e potenza della Parola di Dio, evidenziando che essa opera trasformazioni per volontà divina. Accogliere la Parola è paragonato a ricevere la pioggia dal cielo, che nutre la nostra vita spirituale. Senza di essa, si rischia di vivere in un deserto sterile. Gesù invita a rimanere in Lui e permettere che le sue parole rimangano in noi, promettendo che così si glorifica il Padre, si porta molto frutto e si diventa veri discepoli di Cristo.

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In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.

La frase "morire per produrre molto frutto" significa liberarsi del nostro egoismo, della gelosia, della rabbia, della pigrizia e della disobbedienza. Se riusciamo a superare questi comportamenti negativi, diventeremo come un seme che porta frutti positivi ovunque andiamo: amore, amicizia, altruismo e pace, sia a casa che a scuola che sul lavoro.

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IL SEME È FIGURA DI CRISTO

Gesù è come quel chicco di grano, che è stato seminato dal Padre nel cuore del mondo: dalla sua morte e risurrezione verrà la vita per noi.

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PARABOLA DELLA RETE E DEI PESCI

Gesù introduce la parabola della rete e dei pesci, paragonando il Regno dei Cieli a una rete che raccoglie ogni genere di pesci. Invita a prendere il largo e gettare le reti, superando la nostra debolezza e indegnità grazie alla fede nella Sua Parola. Anche quando la vita sembra che sia come una notte trascorsa in una pesca infruttuosa e ci assale la delusione ,Gesù non ci abbandona: sale sulle nostre barche e ci guida su dove gettare le reti. Coinvolgendoci con la Sua grazia, se ci fidiamo della Sua parola, possiamo ottenere abbondanti risultati, come i discepoli che, seguendolo, presero una quantità enorme di pesci, tanto che le reti si rompevano.

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Questa parabola è stata cantata e accompagnata da un video


PARABOLA DEL TESORO E DELLA PERLA

La parabola del Tesoro e della Perla ci insegna che la fede, spesso vista come dovere e rinuncia, è in realtà fonte di gioia. Il contadino e il mercante vendono tutto con gioia per ottenere il tesoro e la perla, mostrando che la fede li motiva e li riempie di entusiasmo. Il Regno di Dio, accessibile a tutti, richiede una continua ricerca e disponibilità. Incontrare Dio è come scoprire un tesoro prezioso, la cosa più bella che possa accadere. Egli stesso è la gioia suprema, superiore a qualsiasi altra gioia terrena. Il cuore deve ardere dal desiderio di raggiungere il bene prezioso, cioè il Regno di Dio che si manifesta nella persona di Gesù. È lui il tesoro nascosto, è lui la perla di grande valore, capace di dare una svolta decisiva alla nostra vita, riempiendola di significato. Queste storie non solo dipingono il regno di Dio ma ci incoraggiano a vedere la realtà con occhi nuovi, ad ascoltare con cuore aperto e a comprendere con profonda sensibilità spirituale.

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Questa parabola è stata presentata con le parole ed un canto


PARABOLE DELLE MISERICORDIA DI DIO

La seconda parte del programma ha presentato alcune delle parabole della misericordia, raccontate da Gesù. Queste parabole rivelano i grandi piani di Dio per l'umanità e offrono insegnamenti pratici che possono trasformare il nostro modo di vivere e di relazionarci con gli altri. I temi fondamentali sono il cercare e ritrovare ciò che era perduto e la manifestazione dell'amore di Dio nel suo atto di salvezza.

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PARABOLA DEL FIGLIOL PRODIGO

Questa parabola è stata rappresentata attraverso due video distinti: uno dedicato alle sfide affrontate dal figlio e l'altro centrato sulla figura del padre, oltre al canto di presentazione. Spesso, erroneamente, crediamo che Dio sia distante, indifferente alle nostre sofferenze e disinteressato alle nostre esperienze. Tuttavia, la parabola del figliol prodigo rivela il vero volto di Dio come un Padre compassionevole e intimamente coinvolto nella nostra quotidianità. Egli soffre con noi, si commuove per le nostre pene e ci accoglie sempre con amore e perdono. Il messaggio centrale di questa parabola può essere sintetizzato così: "Abbiate un giusto concetto di Dio".

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Quando il figlio, esausto e affamato, fa ritorno a casa, il Padre della parabola lo riconosce da lontano e si commuove profondamente. Supera ogni logica umana correndo incontro a lui, gettandogli le braccia al collo e baciandolo teneramente. Quest'immagine del Padre che accorre verso il figlio è una delle più belle e toccanti che Gesù potesse usare per descrivere l'amore di Dio per noi: un amore senza limiti, che supera ogni nostra aspettativa e ci accoglie sempre a braccia aperte.

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Un'altra riflessione per noi, è collegata al contenuto di questa frase riportata nella parabola... a cui abbiamo voluto dare un ampio spazio... il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. La parabola del figliol prodigo ci invita a riflettere sul significato profondo dello sperpero delle nostre risorse e della nostra dignità umana. Lo sperpero non si limita al semplice dissipare delle ricchezze materiali, ma si estende anche al sacrificio della propria dignità attraverso dipendenze come droghe, alcolismo e gioco d'azzardo, nonché attraverso la ricerca ossessiva del successo, l'egoismo e la violenza. Questi comportamenti non solo danneggiano noi stessi ma anche coloro che ci circondano, minando il tessuto delle nostre relazioni .

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La parabola del figliol prodigo ci invita a riflettere sulla dignità umana e sulla sua fonte. Essa sottolinea che la vera dignità non è fondata sulla razza, sul successo o sul potere, ma sull'amore di Dio. Quando l'uomo vive ignorando Dio, si perde e compromette la propria dignità di figlio di Dio. Il messaggio evangelico proclama che attraverso il perdono e l'amore di Dio, offerti da Cristo, è possibile per ogni persona ritrovare se stessa e vivere una vita nuova. Questa è la vera salvezza: il ritorno alla relazione con Dio che ristabilisce la dignità umana e l'orientamento verso una vita vissuta nell'amore del Padre. E che dire della figura del figlio? Abbiamo immaginato di scrivergli:

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Caro figliol prodigo, Tu non hai un nome, perché potresti rappresentare chiunque. A chi non è mai venuto il capogiro della libertà?
A chi di noi la casa del padre non è stata stretta? A chi non è venuta la voglia di andare via per inseguire le proprie chimere?
Mi immagino, come te, tante persone che, forse a un certo punto della loro vita, hanno sentito il bisogno di allontanarsi, di cercare altrove, di scappare dalla routine o dalle responsabilità che opprimevano il cuore. Forse, come te, hanno scelto strade sbagliate, sperando di trovare felicità in luoghi lontani o in compagnie discutibili.
E forse, proprio come te, si sono ritrovati, un giorno, in mezzo al vuoto, nella miseria e nella solitudine più profonda. Forse hanno dovuto toccare il fondo, come hai fatto tu quando hai dovuto mangiare il cibo dei porci per sfamare la tua fame.
Ma quello che tu hai dimostrato , caro figliol prodigo, è che non importa quanto lontani ci siamo spinti, non importa quanto profondo sia il baratro in cui ci siamo trovati. C'è sempre una speranza, c'è sempre una via di ritorno. Possiamo sempre trovare il coraggio di ammettere i nostri errori, di lasciarci alle spalle il nostro misero orgoglio e di tornare sui nostri passi pentiti pronti a chiedere perdono.
E quando lo facciamo, quando abbiamo il coraggio di tornare a casa, troveremo un Padre che ci aspetta a braccia aperte. Troveremo un Dio che ci accoglie, che ci ama incondizionatamente e che non smette mai di stringerci a sé.
Anche per noi c'è sempre una porta aperta, anche per noi c'è sempre la possibilità di un nuovo inizio.
Con affetto,

PARABOLA DEL SERVO SPIETATO

Questa parabola è stata introdotta da un video. La Parabola del servo spietato insegna il potente messaggio del perdono divino e della misericordia. Gesù paragona il peccato a un debito enorme verso Dio, impossibile da ripagare da soli, ma che Dio perdona completamente quando ci pentiamo sinceramente. Questo ci spinge a perdonare gli altri, anche quando sembra difficile o ingiusto. Il perdono divino non è solo la cancellazione del peccato, ma un cambiamento profondo che ci rende capaci di perdonare a nostra volta. Gesù esorta a perdonare sempre e senza limiti, riflettendo la misericordia divina. Il perdono è il fondamento di una vita di amore e pace, e ci permette di trovare vera pace e costruire relazioni genuine.

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PARABOLA DEL BUON SAMARITANO

La Parabola del buon samaritano è stata presentata per evidenziare non solo la misericordia di Dio ma quella richiesta ad ognuno di noi...è stata introdotta con il canto e con un video.

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Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?».
Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?».
Costui rispose: « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso».
E Gesù: «Hai risposto bene; fa questo e vivrai».
Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico ...

IL BUON SAMARITANO Lc 10, 25-37

la storia prosegue con le parole del canto...

Durante la serata nello spazio del commento per noi oggi è stato esplorato il tema dell'indifferenza e delle sue conseguenze, confrontandolo con l'amore simboleggiate come due forze in contrasto.

L'indifferenza, il nemico più pericoloso, è descritta come una malattia del nostro tempo che genera un vuoto interiore e una morte spirituale. Non va confusa con un sano distacco necessario per analizzare i problemi con obiettività. L'indifferenza porta a non riconoscere l'altro come essere umano e favorisce il trionfo del male e dell'ingiustizia. L'indifferenza è un muro che ci isola dalla sofferenza altrui, rendendoci impassibili di fronte a tragedie umane quotidiane come la fame, la guerra e le violenze. Come credenti, siamo esortati a non cadere nella trappola dell'indifferenza e a coltivare l'amore per il prossimo. Gesù ci insegna a "essere prossimo" piuttosto che semplicemente "fare qualcosa per il prossimo". Non si tratta solo di azioni, ma di un modo di essere e di sentire. coltivando un amore concreto e compassionevole verso ogni persona, come ci insegna Gesù nella parabola del buon samaritano.

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PARABOLA DEL BANCHETTO NUZIALE

Gesù racconta di un re che organizza una festa di nozze per suo figlio e invita persone illustri, ma molti rifiutano per indifferenza e interessi personali. Il re allora estende l'invito a tutti, inclusi gli emarginati, mostrando che il Regno di Dio è aperto a chi accetta con umiltà e fede. La parabola insegna che la salvezza è un dono gratuito di Dio e non un premio per meriti personali. Chi rifiuta l'invito perde l'opportunità del Regno, mentre chi accetta con gratitudine può godere dell'abbondanza e della gioia divine. L'invito di Dio attende solo la nostra risposta. Rallegriamoci ed esultiamo per l'invito del Signore a partecipare al suo banchetto e a far parte del suo Regno celeste, dove Lui è lo sposo e la Chiesa la sua sposa. Questa è un'immagine dell'amore totale e incondizionato tra Cristo e i suoi seguaci. Come scritto in Apocalisse, beati coloro che sono chiamati a condividere la comunione eterna con il nostro Signore.

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In conclusione, dopo la parabola delle nozze del figlio del re, è seguita con il Coinvolgimento dei presenti con la simbolica offerta di pane, come invito a partecipare al banchetto del Signore.

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In sintesi, le parabole sono come finestre privilegiate attraverso le quali possiamo scrutare profondamente la vita di Gesù. Intrecciate nell'essenza della narrazione evangelica, rivelano il Padre e il messaggio di Gesù come Messia di Dio e del suo Regno. La venuta di Gesù ha realizzato il piano di salvezza del Padre, invitandoci a seguirlo fiduciosi nell'amore del Padre. Come credenti, siamo chiamati a continuare la missione di Gesù, vivendo con fedeltà nell'attesa del suo ritorno e compiendo il nostro dovere con impegno.

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L'evento si è concluso con sentiti ringraziamenti a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa significativa esperienza spirituale, compresi coloro che si sono adoperati nella parte tecnica: Victor Aivanesei (mixer), Enza Perrone (proiezione del PowerPoint) e Giuseppe ed Enzo De Lucia (realizzazione di un video), oltre al Consiglio di chiesa. La bellissima serata si è chiusa con un omaggio floreale offerto ai protagonisti della serata da parte del gruppo dell'Unione Femminile, del gruppo Musica e Canto e della loro responsabile.




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